mercoledì 27 gennaio 2010

a proposito della Natura

In una società come la nostra, fatta di frenesia e di "quanti di idea" , il distacco dal mondo naturale è sempre più evidente. Conserviamo i nostri istinti nel nostro mondo virtuale ma al contempo li estremizziamo o svalutiamo creando decine di "patologie" mentali psichiche spirituali.
Guardiamo alla natura e pensiamo: "Bella" "brutta" "selvaggia" "controllabile" ecc preoccupandoci solamente di dare attributi ci svincoliamo(apparentemente) da una logica tutta interna dell'Universo, da alienati quali siamo diventati.
Non cerco di raccontarvi il solito ritornello del ritorno alla madre terra,ma voglio raccontarvi una storia,impertinente:
un mio concittaadino di 24 anni è morto stanotte per un aneurisma a quanto pare indotto da una forma lieve e duratura di stress; in una società più selvatica della giungla , in cui per sopravvivere(non più solo biologicamente ma sopratttuto mentalmente)vincere la sindrome di adattamento ogni giorno è condizione necessaria, il ragazzo non ha saputo reagire. E probabilmente ciò che avrebbe dovuto essere forza è tramutato in debolezza al punto tale che il suo corpo ne è stato compromesso.
La natura non avrebbe permesso ciò facilmente: regolata da leggi armoniche e immorali,questa tende a fortificarsi prediligendo specie dai tratti psicosomatici più "robusti"; per dirla in breve , non il più magro non il più grasso ma certamente il più sano(e come questo centinaia di esempi). Le aberrazioni del nostro cervello, nascono dalla caduta di questo legame: esso esiste, lo percepiamo, la morte ci spaventa e vivere è un dilemma insomma qualcosa manca alla nostra esistenza.
E io rilancio: il nostro tempo, è tempo non già di crisi spirituale, ma di crisi NATURALE; senza natura lo spirito è solo un'idea mai applicata.